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Tiger Park -
Thailand
Il Tiger Park è un centro aperto
al pubblico con una duplice missione:
sensibilizzare le persone sul mondo dei grandi
felini, in particolare delle Tigri del Bengala,
e raccogliere fondi per la salvaguardia delle
circa 200 tigri selvatiche che ancora vivono
nelle riserve protette del Paese.
Il Parco offre la possibilità
di passare una giornata come "Guardiano" a
diretto contatto con le tigri, svolgendo diversi
compiti, dalla pulizia dei recinti alla
preparazione e somministrazione del cibo,
includendo anche una serie di "lezioni" sulla
vita e sulle abitudini di questi splendidi
felini. |
NOTA:
- Le tigri ospitate nel parco provengono
da situazioni difficili: molte sono state salvate da
circhi o attrazioni turistiche, dove vivevano in
condizioni innaturali. Essendo nate in cattività, non
potrebbero essere reintrodotte in natura — non avrebbero
le competenze per sopravvivere da sole.
- Le tigri non vengono sedate o “drogate” per rendere
possibile il contatto con i visitatori. Non ce n’è
bisogno. Sono animali dal carattere docile, cresciute
con rispetto e abituate fin da cuccioli alla presenza
dell’uomo. |
Una giornata da Guardiano delle Tigri
All’arrivo, il primo a darci il
benvenuto è stato un "micetto" speciale: un ghepardo
coccolone che ci ha accolto con fusa e carezze, rompendo
subito il ghiaccio con una nota di dolcezza inaspettata.

Prima di entrare nel vivo della giornata, ci viene
chiesto di firmare un'assicurazione sulla vita. Una
formalità che fa sorridere, ma anche riflettere: per
quanto abituati alla presenza umana, restano pur sempre
animali selvatici.
Ci spiegano che ogni tigre del parco è seguita sin da
cucciola da un tutor personale. Questo rapporto
esclusivo serve a costruire un legame di fiducia,
fondamentale per il benessere dell’animale e per la
sicurezza di tutti. In ogni interazione, infatti, il
tutor è sempre presente all’interno del recinto, per far
sentire la tigre tranquilla e protetta.
Dopo un’introduzione sulle abitudini delle tigri — come
il fatto curioso che, a differenza degli altri felini,
non fanno le fusa e amano l’acqua — iniziamo il nostro
percorso. La prima tappa è un appuntamento giocoso con una cucciola
di appena un mese e mezzo: minuscola, tenerissima, ma
già con lo sguardo fiero.

Poi incontriamo una coppia di fratelli, maschio e
femmina, di circa un anno. Ci viene raccomandata
prudenza: a quell’età sono molto giocherelloni e, per
quanto inconsapevoli della loro forza, possono far male.
Prima di accedere al recinto degli adulti, ci viene
proposta una piccola prova di forza: tenere uno spiedo
con della carne il più in alto possibile per simulare le
dimensioni di una tigre adulta. Io sono alto 1,75 m... e
non bastava. La tigre ha raggiunto la carne con una
facilità impressionante.
Dopo pranzo, riceviamo un ulteriore briefing sulle
caratteristiche della Tigre del Bengala. Scopriamo, ad
esempio, che in età adulta sviluppano una macchia bianca
sul retro delle orecchie, simile a un paio d’occhi: un
segnale visivo che serve ai cuccioli per seguire i
genitori nella fitta vegetazione.
Per motivi di sicurezza, ci viene spiegato che potremo
entrare solo nei recinti con esemplari maschi adulti:
sono meno territoriali rispetto alle femmine,
soprattutto durante la fase in cui queste hanno i
cuccioli.
Ci danno istruzioni precise su come comportarci: non
stare mai frontalmente alla tigre, non toccare il muso,
evitare movimenti bruschi e rumori improvvisi. Quando arriva il momento di
decidere se entrare, un po’ di esitazione è
comprensibile. Ma la voglia di vivere quel momento
supera ogni paura.

Dentro i recinti, ogni dettaglio è curato: gli spazi
sono ampi, puliti, con piscine dove le tigri possono
nuotare e rinfrescarsi. Ogni recinto ospita due maschi
adulti. Ed è lì, al loro fianco, che ho provato una
sensazione difficile da descrivere: un misto di timore
reverenziale e gratitudine profonda. Essere accanto a
creature così maestose, guardarle negli occhi, sentirne
la presenza — è qualcosa che ti resta dentro.
È un’esperienza che ti spiazza. Hai
davanti un predatore maestoso, capace di una forza
immensa — e invece ti ritrovi a ridere mentre ti segue
curioso, come farebbe un cucciolo. In quel momento
capisci che il rispetto non nasce dalla paura, ma dalla
meraviglia.
Una giornata che non dimenticherò mai. |