Ci sono incontri che non si dimenticano. A volte non servono parole, spiegazioni, nemmeno tempo: basta uno sguardo, un momento, e qualcosa dentro di te cambia per sempre.

Avevo pochi anni quando, allo zoo, vidi per la prima volta una tigre siberiana. Era immensa. Camminava lenta, silenziosa, e sembrava non avere paura di nulla. I suoi occhi, profondi e attenti, scrutavano il mondo con una calma che incuteva rispetto. Ricordo ancora il rumore delicato dei suoi passi, la potenza contenuta nei muscoli, la bellezza quasi irreale del suo manto striato. In quel preciso istante, mentre tutto il resto scompariva, ho sentito nascere qualcosa dentro di me. Una meraviglia pura. Una specie di richiamo.

Da quel giorno, le tigri sono diventate parte di me.

Per molti, la tigre è simbolo di forza e pericolo. Per me è soprattutto mistero, grazia, istinto puro. È la dimostrazione che si può essere potenti senza essere arroganti, che si può dominare senza dover schiacciare.
 

Col tempo, quel legame non si è mai spezzato. Anzi, è diventato un sogno: quello di incontrarle davvero, nel modo più autentico possibile. Non da spettatore, ma da ospite. Non attraverso una gabbia, ma attraverso il rispetto.

Quando ho scoperto la possibilità di vivere una giornata da guardiano in un parco dedicato proprio alle Tigri del Bengala, nel cuore della Tailandia, ho sentito che era il momento giusto. Il cerchio si chiudeva. O forse, finalmente, si apriva. Era il coronamento di un sogno nato tanti anni prima, davanti a quella tigre siberiana, ma era anche l’inizio di un’esperienza che mi avrebbe cambiato per sempre.

E così ho seguito il richiamo. Ho attraversato mezzo mondo per incontrare quello sguardo da vicino, per sentire il battito del cuore della tigre a pochi passi dal mio. E ciò che ho vissuto, in quella giornata, è qualcosa che le parole possono solo sfiorare.

 
 

 
 
Tiger Park - Thailand  

Il Tiger Park è un centro aperto al pubblico con una duplice missione: sensibilizzare le persone sul mondo dei grandi felini, in particolare delle Tigri del Bengala, e raccogliere fondi per la salvaguardia delle circa 200 tigri selvatiche che ancora vivono nelle riserve protette del Paese.
Il Parco offre la possibilità di passare una giornata come "Guardiano" a diretto contatto con le tigri, svolgendo diversi compiti, dalla pulizia dei recinti alla preparazione e somministrazione del cibo, includendo anche una serie di "lezioni" sulla vita e sulle abitudini di questi splendidi felini.

 
 NOTA:  

- Le tigri ospitate nel parco provengono da situazioni difficili: molte sono state salvate da circhi o attrazioni turistiche, dove vivevano in condizioni innaturali. Essendo nate in cattività, non potrebbero essere reintrodotte in natura — non avrebbero le competenze per sopravvivere da sole.
- Le tigri non vengono sedate o “drogate” per rendere possibile il contatto con i visitatori. Non ce n’è bisogno. Sono animali dal carattere docile, cresciute con rispetto e abituate fin da cuccioli alla presenza dell’uomo.


Una giornata da Guardiano delle Tigri 

All’arrivo, il primo a darci il benvenuto è stato un "micetto" speciale: un ghepardo coccolone che ci ha accolto con fusa e carezze, rompendo subito il ghiaccio con una nota di dolcezza inaspettata.



Prima di entrare nel vivo della giornata, ci viene chiesto di firmare un'assicurazione sulla vita. Una formalità che fa sorridere, ma anche riflettere: per quanto abituati alla presenza umana, restano pur sempre animali selvatici.

Ci spiegano che ogni tigre del parco è seguita sin da cucciola da un tutor personale. Questo rapporto esclusivo serve a costruire un legame di fiducia, fondamentale per il benessere dell’animale e per la sicurezza di tutti. In ogni interazione, infatti, il tutor è sempre presente all’interno del recinto, per far sentire la tigre tranquilla e protetta.

Dopo un’introduzione sulle abitudini delle tigri — come il fatto curioso che, a differenza degli altri felini, non fanno le fusa e amano l’acqua — iniziamo il nostro percorso. La prima tappa è un appuntamento giocoso con una cucciola di appena un mese e mezzo: minuscola, tenerissima, ma già con lo sguardo fiero.



Poi incontriamo una coppia di fratelli, maschio e femmina, di circa un anno. Ci viene raccomandata prudenza: a quell’età sono molto giocherelloni e, per quanto inconsapevoli della loro forza, possono far male.

Prima di accedere al recinto degli adulti, ci viene proposta una piccola prova di forza: tenere uno spiedo con della carne il più in alto possibile per simulare le dimensioni di una tigre adulta. Io sono alto 1,75 m... e non bastava. La tigre ha raggiunto la carne con una facilità impressionante.

Dopo pranzo, riceviamo un ulteriore briefing sulle caratteristiche della Tigre del Bengala. Scopriamo, ad esempio, che in età adulta sviluppano una macchia bianca sul retro delle orecchie, simile a un paio d’occhi: un segnale visivo che serve ai cuccioli per seguire i genitori nella fitta vegetazione.

Per motivi di sicurezza, ci viene spiegato che potremo entrare solo nei recinti con esemplari maschi adulti: sono meno territoriali rispetto alle femmine, soprattutto durante la fase in cui queste hanno i cuccioli.

Ci danno istruzioni precise su come comportarci: non stare mai frontalmente alla tigre, non toccare il muso, evitare movimenti bruschi e rumori improvvisi. Quando arriva il momento di decidere se entrare, un po’ di esitazione è comprensibile. Ma la voglia di vivere quel momento supera ogni paura.



Dentro i recinti, ogni dettaglio è curato: gli spazi sono ampi, puliti, con piscine dove le tigri possono nuotare e rinfrescarsi. Ogni recinto ospita due maschi adulti. Ed è lì, al loro fianco, che ho provato una sensazione difficile da descrivere: un misto di timore reverenziale e gratitudine profonda. Essere accanto a creature così maestose, guardarle negli occhi, sentirne la presenza — è qualcosa che ti resta dentro.

È un’esperienza che ti spiazza. Hai davanti un predatore maestoso, capace di una forza immensa — e invece ti ritrovi a ridere mentre ti segue curioso, come farebbe un cucciolo. In quel momento capisci che il rispetto non nasce dalla paura, ma dalla meraviglia.

Una giornata che non dimenticherò mai.

 
 

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